Il Selvatico nei suoi 150 anni di Storia. Gli ultimi 50 anni

di Alessandra Cassin, Mario Iral, Inazio Lazzizzera

Gli ultimi cinquant’anni sono caratterizzati da grandi cambiamenti. Il Selvatico, guidato sapientemente da Presidi di varia provenienza e formazione, si apre a nuove sfide, al passo con i grandi cambiamenti della società, seguendo direttive didattiche che ampliano l’orizzonte culturale, mantenendo, allo stesso tempo, ben saldo l’impianto artistico tradizionale dell’Istituto d’Arte.

La gestione concreta e positiva del Direttore Bidischini, passa nel 1969 all’artista orafo e scultore Mario Pinton, il quale concentra gli sforzi organizzativi, rafforzando il ruolo didattico dei laboratori in cui vennero inserite nuove attrezzature. Lui stesso, anni prima, aveva fondato la sezione di oreficeria e, assieme al Direttore Bidischini, aveva promosso l’importante esperienza dei laboratori viventi alla Fiera di Monaco dal 1964 al 1967. Si trattava di laboratori in cui, nell’ambito della Mostra, gli studenti realizzavano pubblicamente opere di cesello e sbalzo, smalti e oreficeria.

Gli anni settanta sono caratterizzati da forti cambiamenti sociali e la contestazione studentesca, che spesso sfociò nell’occupazione, entrò bruscamente in tutte le scuole, compreso il Selvatico. La presidenza si trovò impreparata ad affrontare un dialogo tra le autorità e gli studenti. La criticità del momento che in prima analisi può sembrare negativa per la scuola, si tradusse invece in uno slancio positivo; il fermento di contestazione spinse indirettamente verso un rinnovamento della didattica ed un’apertura alle tematiche del lavoro. Nacquero quindi, in questo periodo, nuovi percorsi didattici, più legati al rapido evolversi dell’arte. La parola d’ordine diventò: stimolare nuovi sviluppi del design industriale. Sono gli anni in cui il Maestro Piero Brombin, architetto e designer, sperimenta provocatoriamente “l’aula senza porta”, aperta a tutti gli alunni di anni ed indirizzi diversi, senza vincoli o adotta il tema della “sedia”, del ”pane” in progetti di forte impatto sociale, tutti fotografati e filmati.

Nel frattempo, l’Istituto d’Arte nel 1969 diventa quinquennale, inserendo il biennio sperimentale in vigore fino al 2009, pur mantenendo il diploma di Maestro d’Arte. Sarà un cambiamento che, prevedendo l’inserimento di nuove materie come geometria descrittiva, educazione visiva, diritto ed economia, chimica, parificava il piano di studi con gli altri istituti a durata quinquennale. Dal 1972 la seconda prova di progettazione e laboratorio all’esame di maturità avrà la durata di ben 5 giorni.

Verso la fine degli anni settanta il Preside Riccardo Toccacieli, di ampie vedute culturali, portava al Selvatico la sua esperienza maturata nell’Istituto d’Arte di Ortisei. Credeva fortemente nella funzione educatrice della cultura e si prodigò nel promuovere iniziative culturali di vario genere, come la memorabile conferenza della scrittrice Dacia Maraini tenutasi in Rotonda nel lontano 1981. Questi sono gli anni in cui il Preside Toccacieli, a fronte di un forte aumento di iscrizioni, dovrà affrontare il problema logistico della scuola, poiché la sede di Largo Meneghetti non risultava più sufficiente. Vennero allestite provvisoriamente nuove aule per le materie culturali in varie sedi, compresa la scuola Valeri di via Monte Santo e la scuola elementare dei Carraresi. Molteplici furono i disagi prodotti dagli spostamenti e quando alla presidenza subentrò il Prof. Giulio Bresciani Alvarez (1983) la situazione logistica risultò ancora più complessa. Le forti convinzioni, la grande determinazione e la tenacia di Giulio Bresciani portarono finalmente alla soluzione del problema con la ristrutturazione della succursale di via Belzoni.

La donna e l’arte, tavola rotonda con Dacia Maraini, 1981

Con ampiezza e disponibilità di spazi furono allestiti i nuovi laboratori di modellistica e di tecniche pittoriche, tutti adeguatamente integrati da nuove attrezzature ed impianti. Per la scuola questo rappresentò l’inizio di una nuova era. Fu questo il periodo in cui si toccò il massimo di frequenza con più di mille alunni e cento professori.  Bresciani, ampiamente conosciuto e stimato come uomo di cultura, quotidianamente parlava con tutti, dando fiducia alle esperienze e al ruolo di ciascuno e le sue parole sapevano incrementare il valore e la funzione educativa delle varie sperimentazioni didattiche. La strada tracciata da Giulio Bresciani, nel suo periodo di presidenza dal 1983 al 1996, era quella di consolidare una linea unitaria che formasse i presupposti didattici per tutte le sezioni della scuola tese alla ricerca di un’integrazione mirata e coerente tra le discipline culturali e quelle artistiche. L’obiettivo centrale e unificante partiva dal recupero dei “valori della forma”, intendendo per forma una scienza che racchiudeva storia e saperi capaci, come nel rinascimento, di guidare e razionalizzare il “fare” sia progettuale che artistico.

Per tre anni, dal 1981 al 1983, la Scuola allestì uno stand alla Fiera dell’Artigianato di Padova “Un Oggetto per la casa” esponendo progetti e prototipi di tutte le sezioni che, in alcuni casi, superarono per qualità e originalità quelli prodotti dalle aziende private. Nel 1984 nella sede dell’Ex Macello di via Cornaro venne allestita una grande Mostra Didattica per tutte le Scuole d’Arte del Veneto ed anche in questo caso il Selvatico, per l’ampiezza e completezza delle proposte rappresentate in tutte le fasi progettuali, lasciava un segno importante nella didattica delle arti applicate.

Nel 1986 il TG3 trasmise un sevizio che si soffermava ampiamente sugli oggetti e le opere di scultura in marmo, legno e plexiglas realizzati dagli alunni ed esposti all’Artefiera di Padova.

Su questi presupposti di bilanciamento e approfondimento della formazione tecnica si organizzarono i nuovi programmi per la sezione di Disegno Industriale che nacque proprio in questo periodo (1995). Molteplici furono le occasioni in cui la scuola si mise in luce: nel 1984, alla 68° esposizione collettiva Bevilacqua la Masa di Venezia, vennero selezionati alcuni alunni con opere di scultura; nel 1985 tra le logge del Pedrocchi furono esposte sei sculture in legno traforato e dipinto alte 3,5 metri, appositamente realizzate per l’AVIS. Nel 1996 un interessante progetto di convergenza multidisciplinare fu sperimentato in due stand allestiti alla Fiera di Vicenza, con la realizzazione da parte di tutte le Sezioni della Scuola, tranne l’indirizzo di oreficeria, degli arredi e degli oggetti di completamento. Lo stand risultò vincitore ottenendo il massimo consenso nella votazione del pubblico.

Dopo la scomparsa di Giulio Bresciani (1997) si sono avvicendati di anno in anno altri presidi che per brevità di mandato non hanno avuto modo di imprimere significativi contributi (Girelli, Da Molin, Zancan, Da Re, Savarese, Cantavalle, ecc.). Nel 2002 l’arrivo della dirigente, Luisa Molino, segna l’inizio di una nuova e importante stagione per il Selvatico. I segnali di un cambiamento positivi si avvertono sin dall’inizio: la nuova preside, grazie ad una profonda conoscenza della scuola maturata dopo anni di vicepresidenza al fianco di Bresciani, si impegna, con il valido supporto di una squadra di ottimi collaboratori, a ricreare un clima sereno, costruttivo, un humus fertile di idee tutte indirizzate a migliorare la didattica e a tessere relazioni forti tra la scuola e il territorio. Elenchiamo qui di seguito alcuni significative iniziative promosse dal nostro Istituto in quegli anni:

L’allestimento di due mostre sul “Portello” e sugli “Stemmi” aperte alla città nel 2003 (su progetto regionale);

L’ideazione e l’organizzazione dei “Notturni d’Arte” del 2-9-2004  e del 3-9-2012 caratterizzati da intrattenimenti musicali e visite guidate dei laboratori. In tale occasione la scuola si è aperta al pubblico, non solo mostrando i propri lavori, ma anche fornendo ai tanti visitatori la possibilità di guardare dall’interno il complesso e al tempo fascinoso processo della creazione artistica;

Il progetto Gold: la realizzazione di corsi di inglese curricolari e facoltativi per ovviare all’assenza della lingua straniera tra le discipline dell’Istituto d’Arte;

I “Giovedì del Selvatico” costituiti da numerose attività di laboratorio con libera frequenza pomeridiana;

La manifestazione “Arte e Musica in città”, in occasione della quale via Altinate è stata completamente invasa da dipinti, plastici, sculture, tessuti, oreficerie e oggetti di design.

Ingres interpretato, 2004

Un ulteriore segnale della presenza viva della scuola all’interno del territorio padovano è il fatto che gli alunni abbiano decorato più volte e in varie riprese i reparti di pediatria dell’ospedale di Padova, dando prova di una profonda sensibilità e fornendo un esempio significativo di quanto l’arte possa essere al servizio del sociale. Tuttora, inoltre, gli uffici della Provincia e del Provveditorato Agli Studi offrono una moltitudine di opere realizzate dagli studenti.

Michelangelo interpretato, 2006

Nel frattempo, la nostra scuola ha saputo accogliere i nuovi stimoli provenienti dal campo dell’informatica e dell’innovazione tecnologica, dotandosi di aule di informatica e di nuovi strumenti e programmi in ambito grafico.

Nel 2006 viene istituito il corso serale con le sezioni di Scultura e Oreficeria per soddisfare le numerose richieste del pubblico adulto; anche in questo caso il Selvatico conferma quel legame forte che da più di un secolo lo lega al territorio padovano: corsi serali erano presenti nel nostro Istituto sin dalla fine dell’Ottocento.

E arriviamo agli anni della grande riforma della scuola superiore di II grado: le prime indiscrezioni sui tagli alle ore delle materie artistiche non rassicurano di certo gli animi dei docenti degli istituti d’Arte. Per ribadire l’importanza dell’istruzione artistica, i docenti della nostra scuola si mobilitano per allestire una grande “mostra storica” sui 140 anni della Scuola d’Arte Pietro Selvatico. Una forte squadra di docenti esperti e appassionati per due anni indagano sulla storia, esaminano tutti i documenti e le 2000 foto di archivio, restaurano le opere antiche, preparano i testi e i materiali fotografici del catalogo, cercano tra le collezioni private lavori realizzati da ex studenti, intervistano insegnanti storici, allestiscono con simulazioni virtuali le 8 sale del Palazzo del Monte.

Il manifesto della mostra nella sede Jappelliana

 

Dopo tutto questo lungo e appassionato lavoro di ricerca, la Mostra viene aperta al pubblico dall’11 febbraio al 12 marzo 2006, corredata da un catalogo ampiamente documentato sulla didattica, sul contributo e sul valore di tutti i protagonisti di questi 140 anni. Citando le parole illuminanti della Dirigente Luisa Molino questa Mostra ha offerto ulteriore occasione “per far conoscere alla cittadinanza, e anche agli specialisti, la vera portata storica di una scuola che è sempre stata protagonista, ieri come oggi, negli avvenimenti artistici e nelle arti applicate”.

 
Palazzo del Monte, sala fine 800
Palazzo del Monte, sala anni 20-30
Palazzo del Monte, sala anni 40-50

Intanto la riforma incalza, (entra in vigore nel 2010): tutte le scuole e tutti gli insegnanti si riuniscono per discutere e capire quello che sta per succedere. Il 7 aprile del 2009 viene organizzato a Padova un Convegno Nazionale sull’Istruzione Artistica con titolo: “Dalla protesta alla proposta” organizzato dal CESP e dal Coordinamento Insegnanti per la difesa dell’Istruzione Artistica e dall’Istituto d’Arte Pietro Selvatico. Un convegno molto importante, in cui dopo autorevoli interventi, viene approvato un documento comune da inviare al Ministero.

Sede Jappelliana, esposizione corridoio ovest
Sede Jappelliana, esposizione corridoio ovest
Sede Jappelliana, esposizione corridoio est

Le proposte elaborate nel Convegno Nazionale di Padova vengono disattese: tuttavia qualche piccolo angolo nascosto tra i decreti permette una certa flessibilità rivelatasi poi preziosa per la sopravvivenza degli indirizzi e degli insegnamenti più importanti.

Nel 2010 ufficialmente la scuola diventa “Liceo Artistico” Pietro Selvatico di Padova, con un nuovo piano di offerta formativa, e un nuovo indirizzo di scenografia.

Nel 2014 la Fondazione DEUTSCHE BANK ITALIA seleziona 18 Scuole italiane di eccellenza tra le quali anche l’Istituto d’Arte Liceo Artistico P. Selvatico di Padova. Sulla scia di tale riconoscimento viene pubblicato un sostanzioso volume intitolato: LA REGOLA DEL TALENTO, Mestieri d’arte e Scuole italiane di eccellenza, Marsilio Editore.

In definitiva, lungo è l’elenco dei concorsi esterni, in ambito artistico, vinti dalla nostra scuola: sarebbe davvero difficile citarne uno in particolare; ci piace però evidenziare che questa scia di successi è il risultato di un lungo lavoro che vede la costante collaborazione di ogni disciplina, di ogni settore, di ogni indirizzo del nostro liceo, nessuno escluso e che, al di là degli inevitabili momenti di difficoltà, il Selvatico riesce a vincere sfide importanti e ad essere una presenza rilevante nel territorio padovano, veneto, italiano, europeo, mondiale.

La capacità del nostro Istituto di operare in modo trasversale, attraverso un dialogo costruttivo tra le varie discipline ha dato vita al recentissimo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate” messo in scena a Piazza Portello PD, in omaggio ai 150 anni della Scuola (la più antica d’Italia).

 

Rappresentazione di “Sogno di una notte di mezza estate” in piazza Portello

Le sfavillanti proiezioni che hanno caricato di suggestione la Porta Portello, l’abilità attoriale degli studenti sul palco, la professionalità del gruppo di ballo studentesco, la pregevole regia hanno dato prova tangibile del valore e delle capacità creative che la Scuola conserva da 150 anni.

Nel 1923 un ampio articolo sulla Regia Scuola Artistico Industriale Pietro Selvatico, (il “Veneto”17- 05- 1923), era intitolato con grossi caratteri: LA SCUOLA DELLA BELLEZZA, per la lunga storia, e per i traguardi ottenuti in questi 150 anni, questo titolo è tuttora ampiamente meritato.

 

Il testo è stato tratto dal catalogo della mostra ” 150 anni del Selvatico. la scuola delle arti di Padova”.

Padova. Palazzo Zuckermann, Stabilimento Pedrocchi, Musei Civici agli Eremitani

14 ottobre 2017-28 gennaio 2018

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