I TESORI DEL SELVATICO
Conferenza in Sala del Romanino ai Musei Civici agli Eremitani di Padova
Grande partecipazione di pubblico, il 16 gennaio, nella Sala del Romanino ai Musei Civici agli Eremitani di Padova, per la conferenza I Tesori del Selvatico promossa dall’Associazione Amici del Selvatico.
A due anni dalla chiusura della sede storica in Largo Meneghetti, e in attesa dell’inizio dei lavori di restauro per il ritorno della didattica nell’antico edificio jappelliano, l’Associazione Amici del Selvatico, in collaborazione con il Comune di Padova, ha promosso l’incontro con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova, Treviso per far conoscere il prezioso lavoro di studio, catalogazione e messa in sicurezza fin qui compiuto.
Erano presenti Federica Franzoso Capo Settore Cultura del Comune di Padova che ha portato i saluti dell’assessore Andrea Colasio, Elio Armano Presidente dell’Associazione Amici del Selvatico, Enrico Ghion Dirigente del Liceo Artistico Pietro Selvatico e per la Soprintendenza le Dott.sse Monica Pregnolato ed Elisa Longo.
Elio Armano ha tracciato i punti salienti della situazione attuale che vede l’edificio jappelliano ancora in attesa degli auspicati interventi di restauro, descrivendo le tappe e gli avvenimenti più rilevanti a partire dal tragico momento della chiusura della sede storica e auspicando, quanto prima, l’inizio dei lavori. Senza nascondere le preoccupazioni per il futuro, Elio Armano, ha ricordato le attività svolte dall’Associazione, dalla sua costituzione ad oggi, tutte orientate a tenere vivo l’interesse verso la Scuola “Pietro Selvatico”.
Ha ringraziato, quindi, il Soprintendente Fabrizio Magani dando lettura alla lettera di saluto ai presenti e tutti gli operatori della Soprintendenza per il cospicuo e importante lavoro di catalogazione e di salvaguardia delle collezioni storiche della Scuola, sottolineando l’importanza del convegno appositamente promosso per presentare alla cittadinanza lo straordinario patrimonio storico-artistico che arricchisce non solo la scuola ma tutta la città di Padova.
Enrico Ghion dopo avere ripercorso le principali tappe della lunga storia della scuola ha presentato il volume degli Atti della giornata di studio (1 dicembre 2017), La scuola delle arti Pietro Selvatico. 150 anni di storia a Padova, a cura di Luisa Attardi.
Monica Pregnolato ha relazionato sul lavoro di censimento del patrimonio del Selvatico che ha comportato un impegno di mesi di lavoro di un gruppo di funzionarie della Soprintendenza (Francesca Della Rocca per il lascito Meneghetti, Elisa Longo per i disegni, Lucia Pigozzo per tessili e moda, Monica Pregnolato per scultura e fondo fotografico, Debora Tosato per gessi, pittura e grafica, modelli architettonici, oreficeria e arte dei metalli, ebanisteria e complementi d’arredo, Maddalena Santi per le fotografie) coadiuvate da alcuni docenti della scuola (Luisa Attardi per il testo introduttivo sulla storia e le collezioni, Maurizio Ferro e Giancarlo Vivianetti custodi e coordinatori delle attività di ricerca dell’archivio, Mariarosa Franzin, Mario Iral, Graziano Visintin, Prisco Zanardi e Antonia Zecchinato rappresentanti ed esperti dei materiali delle varie sezioni) e sulla Relazione storico-artistica per il Procedimento per la dichiarazione dell’interesse culturale delle Collezioni di beni mobili.
Gli oggetti catalogati sono 3.000, a questi si aggiungono i materiali dei vari fondi, si tratta del fondo fotografico e dei lasciti Meneghetti, Cecchele e Polacco.
I materiali inventariati, realizzati dal 1860 agli anni 60 del novecento, sono stati suddivisi in diversi ambiti quali il disegno, la pittura, la scultura, i modelli architettonici, l’oreficeria e il ferro battuto.
Dall’osservazione di queste raccolte emerge chiaramente la continua e puntuale evoluzione del linguaggio artistico che si aggiornava, di volta in volta, al mutare dei periodi storici.
Monica Pregnolato tiene a sottolineare che la conservazione di questo patrimonio artistico di alto valore culturale non deve assumere solo funzione museale ma, visto l’alto valore didattico, deve rimanere presente nella sede jappelliana per la conoscenza e formazione degli studenti della scuola. Da ciò il provvedimento di tutela del 13 maggio 2019 che riconosce come un corpo unico dal punto di vista tecnico-giuridico, il patrimonio artistico e la sede storica jappelliana.
Elisa Longo ha illustrato i Rilievi di Antiche Fabbriche Padovane, un’importante raccolta di disegni architettonici realizzati dal 1890 al 1923, sotto la direzione di Barnaba Lava, dagli studenti della scuola che hanno riprodotto facciate di chiese, palazzi, monumenti, dettagli architettonici e decorazioni murali, di edifici presenti nella città.
I disegni, su fogli di color avorio, di dimensioni omogenee, sono eseguiti a inchiostro e acquarelli, sono 118 in totale e riportano le firme o i nomi degli studenti che li hanno realizzati (di questi alcuni diventarono artisti celebri e altri tornarono al Selvatico in qualità di docenti). La qualità grafica e il sapiente uso delle acquerellature delle tavole meritò la Medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.
La relatrice ha illustrato l’intera raccolta che rappresenta una testimonianza preziosa del patrimonio architettonico, come si presentava in quegli anni, che documenta anche edifici e dettagli architettonici oggi perduti. Si può dedurre, dunque, che il desiderio di mantenere la memoria storica attraverso i rilievi del patrimonio monumentale della città, voluti da Barnaba Lava e condotti dagli allievi della scuola, assecondasse l’impegno di Pietro Selvatico per la salvaguardia e la tutela dei monumenti architettonici e pittorici padovani.
Selvatico, infatti, in più occasioni aveva espresso l’opinione che l’esercizio del disegno dovesse essere condotto su forme tridimensionali per comprendere al meglio «le ragioni dell’aggetto e delle ombre», concetti ribaditi da Camillo Boito nei suoi manuali scolastici e nel ricchissimo apparato iconografico che corredava «Arte Italiana Decorativa Industriale», la rivista mensile da lui diretta a partire dal 1890: «gli oggetti saranno riprodotti in modo che l’artefice possa trarre sicura e piena cognizione alle rappresentazioni dell’insieme, geometriche e prospettiche, a contorno, e chiaroscuro o a colore, si accompagneranno i dettagli al vero e le indicazioni della parte costruttiva e tecnica».
Merita ancora un’adeguata rivalutazione la figura dell’ingegner Barnaba Lava, al Selvatico come docente dal 1873 di Geometria e Disegno costruttivo e architettonico e Direttore dal 1908 al 1919, che divenne stretto collaboratore di Camillo Boito, per il quale eseguì numerosi rilievi, soprattutto in relazione ai lavori della Basilica del Santo a Padova, e scrisse articoli corredati da suoi disegni per la rivista «Arte Italiana Decorativa Industriale».